venerdì 24 aprile 2015

Macerie, di Claudio Piras Moreno. Recensione di Sauro Nieddu

Macerie, di Claudio Piras Moreno.



Ho letto Macerie, con molto piacere dall’inizio alla fine. È un romanzo molto personale, innanzitutto, del tutto slegato dalle mode del momento e dalle logiche commerciali, e già questo rappresenta a mio avviso un punto di partenza molto buono. 

Macerie racconta della distruzione di Antro, un piccolo paese della Sardegna, per opera di una frana, e della sua ricostruzione. Racconta anche la storia di Pietro, giornalista originario del paese, e della sua ricerca della memoria perduta. Racconta infine di Antoni, misterioso personaggio scampato alla distruzione di Antro, tratto in salvo dallo stesso Pietro, che parlando con gli spiriti di coloro che al contrario non sono sopravissuti, si fa portavoce della memoria del paese. Queste storie si fondono alla perfezione in un racconto che, trascendendo i singoli elementi che lo compongono, descrive una realtà più sfumata e infinitamente complessa di quella che ci è dato di percepire con i sensi.

Il romanzo ha una struttura piuttosto complessa, la linea della narrazione principale è frammentata, con la voce narrante esterna che vaga inquieta seguendo a tratti un personaggio, a tratti un altro, a tratti scorre libera su un paesaggio vivente che va considerato anch’esso alla stregua di un personaggio. In altri momenti, la narrazione è affidata alla voce di Antoni, che raccontando le vicende dei morti di Antro, compone una serie di micro-racconti che si inseriscono nella trama principale integrandola e dandole un senso compiuto che si rivela solamente nel finale.

Non si tratta di un romanzo di facile lettura, in parte proprio a causa del modo in cui è strutturato. in particolare, nella parte centrale, la linea narrativa è così frammentata da dare pochissimi punti di riferimento al lettore, costretto quindi, se mi passate il termine nautico, a navigare a vista. Anche la scrittura in sé potrebbe creare qualche difficoltà ai lettori meno smaliziati, si tratta infatti di una scrittura di altissima qualità, ma lontana dai canoni di semplicità “obbligata” in voga negli ultimi tempi. Una scrittura articolata nella struttura delle singole frasi, lessicalmente ricca. Una scrittura antica in un certo senso, del genere che ci si potrebbe aspettare in un classico della prima metà del secolo scorso, anche se, data la consapevolezza dei canoni espressivi mostrata dall’autore, la si potrebbe definire tranquillamente post-moderna.

Tutto ciò non rappresenta in ogni caso un limite del romanzo stesso, che a fronte di questa complessità (che attenzione, non è sinonimo di pesantezza) ricambia il lettore con parti che sono quasi poesia, con una ricchezza di significati e di stati d’animo che a mio avviso ne rendono la lettura un'esperienza particolare; di certo non lascerà l’amaro in bocca al lettore facendogli dire: “beh, tutto qui?” semmai al contrario, lo stimolerà a una seconda lettura per cercare di carpirne tutti i significati profondi.

Ci sono due punti di forza, oltre alla scrittura ricercata di Claudio Piras Moreno, che fanno di Macerie un romanzo decisamente sopra la media. Il primo, le storie degli di abitanti di Antro raccontate da Antoni, che come i pezzi di un mosaico s’incastrano fino a formare un'immagine definita del paese ormai svanito nel nulla. Questo processo avviene con naturalezza, tanto che quest’immagine si rivela spontaneamente, senza che il lettore quasi se ne accorga. Il secondo è una concezione dello spazio-tempo e del modo in cui la mente umana ci si relaziona, davvero originale. Si avvicina, forse, ai concetti dello spazio interiore adottati da autori come J. G. Ballard, Doris Lessig o Kurt Vonnegut, seppure con una visione del tutto personale come, del resto, l’hanno gli autori citati.

Che dire. Nel complesso un romanzo di valore, introspettivo, profondo e ben scritto, che deve sacrificare un po’ di immediatezza sull’altare di queste qualità. Non aspettatevi perciò uno dei soliti romanzi usa e getta, e lo dico soprattutto ai lettori di best sellers. Macerie è un romanzo fatto per resistere alle mode, una lettura fuori dal tempo che richiede impegno al lettore, ricambiandolo con riflessioni originali sul senso della vita e della morte, sulla reale essenza della realtà che ci circonda. Se volete esercitare il cervello con una lettura che esca dalla banalità, e soprattutto da un certo appiattimento stilistico che lega tra loro molti scrittri attuali, Macerie è un romanzo che potrebbe fare per voi.




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